Il monopattino elettrico sbanda sulla strada deserta, innaffiata dalla pioggia, lasciando una scia profonda, che pare quasi un solco, sull’asfalto bagnato e scivoloso. I lampioni, quei pochi rimasti accesi, emanano una luce fioca, intermittente, quasi fossero grandi occhi che si aprono e richiudono in un ritmico ed isterico battito di ciglia. Tutto è irreale, spettrale, ovattato. Fa freddo, il silenzio è assordante. Sono le ventuno. Lasci il mezzo sotto casa, non vedi l’ora di rientrare fra le mura domestiche. Il lavoro in azienda è stato stressante, la giornata molto dura, i tuoi capi pretenziosi. Appena varchi l’uscio del tuo appartamento in affitto calmierato statale, tuo figlio ti corre incontro, sgranocchiando, con voracità, una barretta alla farina di grilli.
“Com’è andata la dad amore?”, gli domandi premuroso, “e la lezione di storia nel metaverso?”. ” Tutto ok papà, come al solito benissimo! Ho anche preso 8 all’interrogazione a distanza!!”. “Bravo tesoro, sei il mio orgoglio”, gli rispondi felice, con il sorriso stampato sul volto stanco, arrossato, provato dalla fatica. Saluti tua moglie, entrando in cucina. La pasta, cotta a “fuoco spento”, sta quasi per essere messa in tavola. ” Tesoro, una doccia tiepida ed arrivo”. Tua moglie ti guarda amorevolmente, ” Va bene caro, stasera è il mio turno di farla fredda…certo con questo gelo..”. “Perché, quanti gradi ci sono in casa?”, “16 ovviamente, come prevede il decreto green austerity”. Entri nel bagno, simile oramai ad una cella frigorifera. Il riscaldamento è spento dalle sette. Ti spogli, ti lavi in due minuti, ti radi con l’acqua fredda, ti asciughi, ti rivesti velocemente indossando un pesante maglione di lana. “Amore è pronto in tavola!”, le parole della tua consorte risuonano, celestiali, dalla piccola cucina attigua. “Arrivo!”, rispondi entusiasta, non vedi l’ora di sederti, rilassarti e goderti la cena. In fondo te lo sei meritato, hai lavorato duro, hai dato il massimo tutta la settimana. Gli spaghetti, incollati nel piatto, sono proprio come piacciono a te. Li divori, incensando la tua metà per l’ottima portata. In fondo non aveva torto quel premio Nobel, anni fa, agli albori della crisi energetica: anche cotta così è ottima, ed in più si risparmiano risorse fondamentali per il pianeta e l’economia. Finito di desinare assieme alla tua famiglia, finalmente puoi sederti sul divano. Affondi tra i cuscini infreddolito, ma beato, con la coscienza pulita per aver fatto il tuo dovere. Tua moglie e tuo figlio ti raggiungono. Vi stringete, tutti e tre, sotto il piumone, guardando sulla piattaforma a pagamento la vostra serie TV preferita. “Amore sai pensavo ad una cosa..”, tua moglie ti mormora dolcemente nell’ orecchio, ” sono veramente felice, rispettiamo l’ambiente, viviamo in libertà, non ci manca proprio nulla!”. “Sì, hai proprio ragione”, rispondi assonnato. Mentre le tue palpebre diventano sempre più pesanti e la testa ti si sta reclinando lentamente all’indietro, incroci lo sguardo di tuo figlio. Le immagini della tele riflettono sui suoi occhiali spessi, formando quasi un caleidoscopio, che illumina il salottino buio. “Che generazione meravigliosa che siete”, cogiti tra te e te, “verde, ubbidiente, colta, sorridente, che vive nell’epoca d’oro del progresso, della scienza, dei diritti, della democrazia”. “Tesoro”, la voce soave di tua moglie ti desta dal dormiveglia strappandoti, per un attimo, dalle braccia di Morfeo, “ricordati che la settimana prossima ti scade il pass vaccinale, devi effettuare il richiamo”. “Certo”, rispondi sbadigliando, “altrimenti non potrò entrare al lavoro”. Mentre stai di nuovo per addormentarti, tra il brusio della TV e la coperta calda, un sorriso, appena accennato, affiora sulle tue labbra, oramai semi aperte e pronte al meritato riposo. “Avevano proprio ragione”, pensi, “proprio ragione…non si sbagliavano di una virgola: non possederai nulla e sarai felice”.
WI in data settembre 24, 2022
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